In ricordo della Prof.ssa Severini: Costantino Esposito al "Da Vinci"

14dicembre

Giovedì 14 dicembre il professor Costantino Esposito, ordinario di Storia della Filosofia presso l’Università degli Studi di Bari, ha tenuto una Lectio dal titolo Il tempo come dimensione umana dell’esistenza: Aristotele, Agostino, Heidegger presso l’Auditorium dell’IIS L. Da Vinci di Civitanova Marche. Il tema, quello vertiginoso ed abissale del tempo, è stato suggerito dalla competizione filosofica nazionale delle Romanae Disputationes 2024 alla quale numerosi studenti dell’Istituto parteciperanno nel prossimo mese di marzo; il motivo del Convegno ri-cor-dare, anche quest’anno, una delle docenti più stimate e amate del Da Vinci: la professoressa Stefania Severini nel decimo anniversario dalla sua scomparsa.
Il professor Esposito con rigore intellettuale, citazioni letterarie e grande sensibilità ha sviscerato l’enigma del tempo che essendo - secondo la sua interpretazione - una dimensione costitutiva dell’umano coincide con l’enigma dell’uomo. Detto in altri termini, secondo Esposito chiedersi “Quid est tempus?” significa eo ipso interrogarsi sullo statuto ontologico degli esseri umani che sono esseri “a tempo”, ossia inesorabilmente finiti e mortali.
Il professore ha iniziato il suo appassionato e appassionante viaggio nel tempo a partire dalla lettura di un bellissimo passo tratto da Nuova Confutazione del tempo dello scrittore argentino Jorge Luis Borges il quale, esprimendo in versi quello che la filosofia definisce analitica esistenziale, scrive: “Il tempo è la sostanza di cui sono fatto”. Dopo questo esordio poetico, Esposito è passato a presentare il pensiero di tre classici sul tempo: Aristotele, Agostino di Ippona ed in ultima battuta M. Heidegger. Dopo aver presentato il tempo oggettivo e misurabile dell’orologio, che scorre e non torna più, e quello soggettivo, che ha dimora nella nostra anima e lì si distende tra passato, presente e futuro, il professore è passato alla domanda che più di tutte ha inquietato e inqueta la mente dell’essere umano, l’unico consapevole che il passare del tempo - il suo tempo - corre verso il nulla - il suo nulla - la morte: resta qualcosa? Il professore non si sottrae alla questione e tenta una risposta: nell’essere che passa vi è qualcuno che pur passando svela e testimonia il senso – il significato/la direzione – di ciò che è passato: questo qualcuno è l’io. Con l’io nasce il tempo qualitativo, quello della storia, che dischiude le novità, permette la libertà e, per dirlo di nuovo con le parole di un poeta - questa volta quelle di T. S. Elliot dei Quattro quartetti - vive nel time, ossia nella temporalità che lo costituisce, il timeless, ovvero istanti di eterno che restano nonostante Chronos. La lectio è stata seguita da un partecipato e intenso dibattito tra Esposito, gli studenti e i partecipanti accorsi per ricordare la prof. Severini che anche stavolta, sebbene ormai fuori dal tempo, ha donato un attimo di eterno.

Lara Bevilacqua

IV Seminario in Memoria della Prof.ssa Stefania Severini 

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