III Seminario di “Studi platonici 2019

Mercoledì 6 marzo, presso il nostro Auditorium, si è svolto il III Seminario di “Studi platonici”, per le classi terze dei Licei. Il Seminario ha visto la partecipazione del prof. Maurizio Migliori dell’Università degli Studi Macerata, del prof. Bruno Centrone dell’Università di Pisa e della prof.ssa Arianna Fermani dell’Università degli Studi di Macerata.

    Il tema trattato quest’anno, è stato: “Essere e Linguaggio”.  In particolare, dopo l’apertura dei lavori del nostro Dirigente Scolastico, prof. Pierluigi Ansovini, in cui ci si è interrogati su come le strutture del discorso siano legittimate a spiegare l’essere, si è iniziato con la relazione del  prof. Migliori, Platone: le parole sono necessarie e misteriose, peccato che ingannino, che ha preso in considerazione il dialogo platonico “Cratilo”, che possiamo considerare un trattato di linguistica generale. In esso si discute se le parole abbiano un’origine convenzionale o riflettano la natura delle cose, se il segno (o parola) sia per natura l’esatto corrispondente della cosa. Protagonisti del dialogo sono Ermogene (discepolo di Socrate), Cratilo (seguace di Eraclito) e Socrate. Secondo Socrate, che confuta la dottrina di Ermogene (il rapporto tra il segno e il significato è puramente convenzionale), si può giungere alla realtà, cioè alla vera scienza, non attraverso la parola, che è copia dell’idea, ma solo attraverso l’idea.

   La questione da cui il Cratilo prende le mosse è quella della «correttezza dei nomi», ovvero quella di definire i requisiti, necessari e sufficienti, che il nome di una data cosa deve possedere. 

   Il prof. Migliori ha quindi evidenziato lo stretto legame, a tal proposito, con il concetto di verità/falsità e di conoscenza/Bene. Infatti, il nome serve a insegnare e discriminare l'essenza delle cose, opera, questa, però, di un sapiente artefice che contempla le forme e questo ruolo è svolto proprio  dal dialettico, ossia da colui che sa domandare e rispondere.

  La seconda relazione, della prof.ssa Fermani, Essere, pensiero e linguaggio nell'Organon di Aristotele, ha proseguito, quindi, nell’analisi, prendendo in considerazione il filosofo Aristotele. Visto che l’essere è oggetto primario della metafisica e rispecchia il pensiero, che si esprime attraverso il linguaggio, Aristotele ha fiducia nella capacità umana di afferrare la vera natura delle cose, tuttavia è consapevole che le persone possono usare le parole in modo scorretto, ed ecco la logica (o analitica) come teoria del pensiero, ossia lo studio degli elementi costitutivi del ragionamento che si divide nelle seguenti parti: Le categorieDe InterpretationeAnalitici PrimiAnalitici Secondi, Topici, Confutazioni sofistiche.

Aristotele, si colloca dal «punto di vista della verità»: per precisione, le difficoltà della riflessione platonica lo hanno portato verso l'elaborazione di alcune delle sue grandi scoperte logiche e visto che «la comunicazione è ingannatrice e la retorica è speculare alla dialettica, in particolare, oggetto di analisi negli Analitici, sarà la verità». La prof.ssa ha presentato alcuni testi esplicativi.

   Nell’ultimo intervento, Il linguaggio tecnico della filosofia: la traduzione dal greco al latino e i riflessi nel linguaggio ordinario, il prof. Centrone ha puntualizzato il lessico filosofico con riferimenti a Platone, Cicerone, Seneca, Quintiliano e Plutarco.

 

 

Prof.ssa Silvia Gaetani 

Plato2019